Quali erano i consigli dati alle donne in attesa nel passato?

RACCOMANDAZIONI ATTRAVERSO I SECOLI

Aristotele sentenziava che il seme fosse naturalmente predisposto per generare maschi ma, tolora essendo turbato nel suo naturale sviluppo generava femmine... Sant'Agostino invece ci informa che il feto maschio viene dotato di anima dopo 6/7 settimane, la femmina rigorosamente piu' tardi...

Cominciamo proprio male staranno pensando le mamme che leggono... Bene, questo e' soltanto l'inizio...

Ai tempi di Aristotele si pensava che tutto originasse dal cervello, passando per le orecchie, poi via nel canale del midollo spinale per approdare nei testicoli. In pratica una "goccia di cervello" che da origine alla vita.

Quanto agli alimenti i saggi dell'epoca sentenziavano che l'uomo dovesse,  per poter procreare, mangiare molto finocchio.. (sic!)  Molto peggio capita alle donne (come al solito...) Brodo di utero di lepre e bava di pecora per migliorare la fertilita'.

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La donna dopo l'atto deve rimanere distesa ed evitare di andare in collera... (!?!) Sorano di Efeso, considerato il massimo esperto dell'epoca raccomanda massaggi con olio di olive verdi, evitare di lavarsi per sette giorni, e cercare di dondolarsi su una poltrona.

Nel medioevo troviamo una lunga sequela di alimenti suggeriti per favorire il concepimento: castagne, pigne, porri, carote, asparagi e mandorle.

Va da se che la sterilita', considerata una raccapricciante tragieda e' sempre causata dalla donna.

Durante il Rinascimento l'elenco dei cibi suggeriti diventa inqietante: piccioncini, passeracei, riso cotto, zafferano, genitali di toro, cannella, chiodi di garofano, pepe, asparagi, marroni, menta, pinoli, pistacchi e per finire in bellezza testicoli e creste di gallo. A questo punto sorge il legittimo dubbio di avere trovato l'origine inconscia delle famose NAUSEE delle mamme in attesa...

Dopo una caduta, una donna incinta deve ingoiare prontamente i germi di una dozzina di uova insieme a pezzi di seta cremisi tagliata fina... e non siamo piu' nel Medioevo ma alla corte di Maria de' Medici.

Nel 1637 Pierre Darmon racconta che una aristocratica che aveva dato alla luce un bambino sosteneva serafica di averlo concepito pur in assenza del marito. Prontamente tolta dall'imbarazzo dai sapienti dell'epoca che sentenziarono cge "probabilmente essendo la finestra aperta, la coperta in disordine e lo zefiro di sudovest (adeguatamente intriso di molecole organiche di insetti umani e di embrioni fluttuanti) l'aveva fecondata. Questa e' storia anche se sconsiglio vivamente le signore in ascolto dal voler persuadere i consorti con queste motivazioni...

 


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